Aiuta Radio BraOnTheRocks

ASCOLTA LA DIRETTA QUI

now playing

#17 SOCRATE O MARIA FALCONE

Quest’oggi mi limiterò a una riflessione, una constatazione, un salto nel tempo che ha finito inevitabilmente per colpirmi nel profondo della memoria.
Tutti avete sentito parlare di Giovanni Brusca, responsabile diretto della strage di Capaci e di altri omicidi, divenuto poi collaboratore di giustizia e quindi beneficiario di una legge che gli ha consentito di uscire dal carcere dopo “soli” 25 anni di detenzione.
Le reazioni sono state ovviamente moltissime, spesso di sdegno e indignazione ma una su tutte mi ha colpito: quella di Maria Falcone, la sorella di Giovanni.
“È una notizia che mi addolora” ha detto Maria Falcone “ma questa è la legge. Una legge che per altro ha voluto mio fratello”.
Parole pesanti come macigni e per nulla scontate, parole piene di significato, di dignità, difficilissime da pronunciare all’indomani di un evento del quale si parlerà ancora a lungo.
“Questa è la legge”, una frase del genere l’aveva pronunciata anche Socrate poco prima di morire nel 399 a.c. in una prigione nel Pireo.
Platone ci descrive lo svolgersi dei fatti e racconta di come Fedone proponga allo stesso Socrate- prigioniero dei Trenta Tiranni e condannato a morte- di corrompere i carcerieri per poi fuggire su una nave.
Le parole di Socrate anticipano di millenni quelle di Maria Falcone eppure hanno la stessa forza dirompente e spiazzante.
“È meglio subire un’ingiustizia piuttosto che commetterla” dirà il grande filosofo a Fedone prima di bere la cicuta.
Una lezione di umanità, coraggio e coerenza che grazie a Dio, oggi, qualcuno rispolvera nella mente di ognuno di noi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *