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Sembrava un sabato sera all’insegna della normalità ritrovata, una cena eccellente, le persone in giro, la zona bianca alle porte.
Alla legge di Murphy (“se qualcosa può andar male, andrà male”) ne andrebbe affiancata un’altra, la legge di Brizio potremmo chiamarla.
“Se ti sembra che tutto stia andando bene” reciterebbe “preparati perché non durerà a lungo.
E nel mio caso è durata davvero poco, tempo un paio d’ore prima di rilevare crescenti e costanti ingrossamenti della lingua.
Per un ipocondriaco decidere se prendere o non prendere la strada del pronto soccorso resta un dilemma bello tosto.
Ho scelto di cedere all’ipocondria, per una volta posso ringraziarla.
Reazione allergica ai crostacei, roba che ho sempre mangiato fin da bambino, una pernacchia in faccia a me che credevo di poter passare una buona serata e conservarne un bel ricordo.
Se avessi saputo che erano gli ultimi crostacei della mia vita me li sarei goduti di più.

Ho imparato due cose: la prima è che l’ipocondria non è un’alleata che ti corrode ma che può farti del bene (“la paura è funzionale” cantano gli Eugenio in Via di Gioia”) la seconda che se c’è qualcosa di bello nella vita prima o dopo me lo tolgono, una alla volta.
Se avessi saputo che quelli di ieri erano gli ultimi crostacei della mia vita me li sarei goduti di più ma voglio essere ottimista una volta tanto.
Se mi avessero tolto il vino era sicuramente peggio.

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