I tempi belli della giovinezza sono contraddistinti da reminescenze di lieti pomeriggi festaioli musicali. In questa puntata tralasciando per un momento la cronaca specifica di artisti e album leggendari, vorrei dare spazio a ordinati ricordi che come soldatini ligi e obbedienti sono riposti nei magazzini polverosi della nostalgia pronti ad essere ripescati e consegnati ad un piccolo momento di gloria.
Correvano gli anni 70 anni d’oro della musica di un certo spessore, io come la gran parte dei miei coetanei, passavamo le giornate ciondolandoci in giochi di società e dispute calcistiche fino a quando, come un paladino di altri tempi, cavaliere senza macchia e peccato, spuntava lui, il primo organizzatore della festa in casa, quella con il mangiadischi, o meglio il giradischi di papà requisito per la bisogna.
I motivi erano i più disparati per giustificare tale movimento organizzativo, vuoi un compleanno come un bel voto a scuola, che so, per mostrare la stanzetta privata agli amichetti, o semplicemente più consona e sincera l’occasione per potere liberamente accedere alla fortezza inespugnabile di un sì strappato alla fidanzatina preferita. Ecco che la musica, il 45 giri, diventava alleato fedele e indispensabile, atto alla conquista di tale feudo perchè, attraverso il propagarsi delle note musicali nella stanza, si poteva invitare la preferita a stringersi in un lento melanconico e sognante. Con scaltra predisposizione si sceglieva almeno almeno tra i più lunghi in minutaggio tra quelli in dotazione, proprio per avere più tempo necessario a disposizione per realizzare il piano di conquista.
Dovete sapere che ai tempi si dava molta importanza alla sorte, al culo come si suol dire e ogni scarso risultato lo si imputava alla sfortuna così come la vittoria sul campo di conquista era senza ombra di dubbio opera del culo scassato del quale era fornito il primattore
Ecco che arrivavano i giochi quelli terribili , penalizzanti, tra tutti il ballo della scopa, mostruoso connubio di sfortuna e imperizia e poteva durare anche molte canzoni, tutto stava nel buon cuiore dell’addetto ai dischi che, magari mosso a pietà, faceva partire i ballabili atti a salvare l’onorabilità del soggetto tutto preso e compito nel volteggiare con ramazza.
Erano tempi di risate, di goliardiche, prese per i fondelli, pomeriggi di feste in casa, pioneristici inizi di cosa sarebbe stato da lì a qualche anno, l’avvento della discoteca, la disco music intesa come tale, quella che ci avrebbe passo passo catapultato nel mondo dei grandi, ma quella è ancora un’altra storia.