di Checco Matera
Strascico s. m. (pl. -chi) Postumi di una malattia, serie di conseguenze che malanni fisici e altri fatti spiacevoli e molesti lasciano dietro a sé per un tempo più o meno lungo
L’anno più lungo della vita di molte persone è appena finito cronologicamente e dell’anno nuovo non si sente ancora nè gusto e nè sapore. È così sciapo o siamo noi a non percepirlo? Gli strascichi del duemilaventi dureranno ancora molto. Sarà cronica?
Possibile che una robetta appena visibile al microscopio possa stravolgere in maniera così drastica la società? (beh, da una robetta insignificante è nata una crisi di governo)
Gli strascichi del Covid19, quelli sì che sono fastidiosi: dolore al petto, fiato corto, difficoltà di concentrazione, depressione, ecc. Il buonumore, il sorriso, la condivisione aiutano ad alleviare gli strascichi.
Sì, forse abbiamo ancora “strascichi” di vita pre-covid. I baci, gli abbracci, persino quelle odiose strette di mano, i saluti… Eh già, i saluti, quelli romani. È passato quasi un secolo e ci portiamo ancora quei maledetti strascichi del fascismo. Ma a nostro vantaggio queste sono varianti di “virus” sempre più blande, e come si sa, le varianti sono meno letali, ma disastrosamente più contagiose.
Esiste una vaccino per tutto questo? Fortunatamente il covid ha strascichi più umani.
Checco Matera è nato a Bra nell’ottobre 1984 da mamma Maria e papà Mauro (immigrati dall’Irpinia quando ancora non si affittava ai meridionali). Diplomato all’Istituto Alberghiero di Mondovì nel 2003, continua la sua passione per la cucina mangiando come un “crin”. Ora è un fiero calzolaio, conosciuto in tutt’Italia. Tutti i giovedì conduce Checcosacè alle 17.00 su Radio BraOnTheRocks.
Checcosace’, c’è che hai scritto sulla tua pelle, il pennino ha tatuato il passaggio del bifido con l’inchiostro dell’umana consapevolezza.