Y è il cugino di X (che qualcuno dice fosse proprio quello della canzone del Prozac+).
E’un giovanotto tranquillo, ama passeggiare e farsi i selfie nel suo tempo libero.
Un giorno camminando nei dintorni di Bra si ritrova a costeggiare una rete usurata e sottile dietro la quale si vede un bellissimo ed immenso orto con piante e fiori di ogni tipo (viole, passiflore, more, alberi da frutta…).
Meditando “che figata farsi un selfie tra tutta quella fauna”, Y che trova un foro nella rete entra nell’ orto. Osserva di qua e di là e ad un certo punto, da dietro un filare di pomodori spunta il Nonno con la sua vanga in mano.
Il nonno è un anziano solitario, di poche parole, vestito sempre come Huckelberry Finn(salopette disordinata e cappellino di paglia),scalzo in ogni stagione (qualcuno giura di averlo visto con delle ciabatte di legno ma solo in Inverno),barba grigia ed un’ immancabile pipa.
Il nonno sia avvicina pian piano, mentre Y “ormai svaccatosi “sotto un melo con cuffie nelle orecchie continua a “pacioccare” il suo smartphone.
Quando il nonno si trova a circa mezzo metro da lui, Y esordisce cosi: “Oh Nonno, guarda qui che carine le emoticon del mio avatar di facebook che posso inviare agli amici”.
Espressione interrogativa del nonno, un sopracciglio abbassato e uno alzato
Y prosegue: ”Vedi Nonno, l’ Avatar sono io 2D qui su questo social ma sono Avatar anche in tutti gli account che posso creare online e sono infiniti”
Nonno: ”Infiniti?”
Y:”Si , ognuno è tutti i suoi Avatar.”
Il nonno deglutisce.
A seguito di un sospiro Y: ”Meglio che comunque ci rifletta qui seduto per il tempo necessario”.
Nonno: ”Sul necessario?”
Y annuendo spegne e disconnette tutto e si ritrova con la stessa espressione interrogativa del nonno, un sopracciglio abbassato e uno alzato.
Il nonno voltandosi, si incammina per tornare a prendersi cura dei pomodori con “un solco lungo il viso come una specie di sorriso”.
