Di Nicola Brizio
#12 I SOGNI SONO SOPRAVVALUTATI
La ritrovata libertà, ritrovata in realtà solo parzialmente e caratterizzata certamente da una condizione precaria che non mi fa dormire la notte mi costringe a fare i conti con la realtà.
Il mondo di prima si è defilato, per più di quattordici mesi non abbiamo fatto altro che sognarlo.
Ecco appunto, abbiamo sognato.
Lasciamo da parte per un momento la nostra situazione mefistofelica e concentriamoci sul sogno.
In realtà tutto il nostro mondo, da centinaia di anni a questa parte, si basa sui sogni.
Parlo di sogni ad occhi aperti ovviamente, sogni che spesso sono genuini ma altrettanto spesso sono indotti.
Come costruisci il mito della competitività se non alimentando il sogno di arrivare ad essere il numero uno?
Ma il sogno per sua natura è irrazionale, nella dimensione onirica posso permettermi il lusso di vedermi primeggiare in ogni campo ma nella realtà va da sé che le cose sono un tantino diverse.
Il numero uno è tale perché appunto è solo uno, e gli altri? Non ce lo chiediamo mai che fine fanno gli altri, forse per esorcizzare le immense probabilità di finire nella decisamente poco ambita schiera di quelli che non ce l’hanno fatta.
Il sogno non ha nulla di razionale ed è strettamente collegato con la follia.
Nel sogno io sono uomo ma anche donna, vecchio e allo stesso tempo bambino, sazio e contemporaneamente affamato.
Come si può strutturare un percorso inseguendo un parente stretto della follia?
Stiamo alimentando la nostra corsa folle con una benzina truccata e quando il motore salterà per aria potrebbe essere troppo tardi.
“Tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è razionale” dice Hegel e questo potrebbe essere un buon punto dal quale ripartire per riprogrammare il mondo dei prossimi cinquant’anni.
Occorre recuperare il principio di realtà freudiano e tornare a concepire l’appagamento dei nostri desideri come qualcosa che non può prescindere dal lavoro psichico di ognuno.
Depotenziare i sogni dunque, perché in situazioni delicate come quelle che inevitabilmente ci aspettano l’antipatico raziocinio può e deve essere un’ancora di salvezza.