La mattina di Natale, tutti i bambini del regno si incamminarono verso il bosco, abbracciati a grandi scatoloni pieni di palline e fili colorati. E in un attimo gli abeti che erano stati soldati furono addobbati di mille colori, mentre il vento faceva tintinnare le campanelle appese ai loro rami. Il re sapeva che non avrebbe potuto impedire le guerre per sempre, ma dichiarò che, finché sarebbe rimasto in vita, nessuna guerra sarebbe più stata combattuta in quel reame. E così avvenne, e da quel giorno regnò la pace per molti, molti anni. –
La nonna chiuse il libricino con la copertina blu e tolse gli occhiali, persa per un istante in quel vortice di pensieri che solo chi ha alle spalle una vita intera conosce.
Lia era incantata.
– I bambini appedono ancoa le palline ai aberi? – domandò entusiasta, fissando la nonna con quegli occhi giganti che hanno i bambini quando sono emozionati.
– Certamente – rispose la nonna sorridendo – La storia dei soldati ingannati è stata raccontata daigenitori ai loro bimbi, che l’hanno raccontata ai loro bimbi, e così avanti per anni. E tutti gli anni lamattina di Natale i bambini vanno nel bosco ad addobbare gli abeti con le palline e i fili colorati –
– E le capanelle! – esclamò Lia
– Certo, tesoro, anche le campanelle –
Il sole aveva iniziato a tramontare, fuori dalla finestra del salotto. Lia si era fatta pensierosa, e fissava un punto con lo sguardo concentrato, come chi cerca di acchiappare un pensiero che sta saltellando da unangolo all’altro della testa.
– Nonna – disse, voltandosi improvvisamente – Peché esite la uerra? –
Lo sguardo della nonna si posò istintivamente sulla vecchia cornice al centro del comò, con la foto in bianco e nero ormai sbiadita dagli anni.
– Il nonno ha fatto la uerra? – domandò Lia, indicando il giovane in divisa dentro la cornice.
– Sì, tesoro, il nonno ha fatto la guerra – rispose la nonna, gli occhi velati.
– Alloa il nonno ea come il re cattivo – disse Lia, aggrottando la fronte
– Ma no, Lia – ribatté la nonna – Il nonno ha fatto la guerra perché l’hanno chiamato a difendere il suoPaese –
– E hi l’ha hiamato? – chiese Lia
– Quelli che comandano i Paesi – rispose la nonna
– E peché uelli che comadano i Paesi volevano fae la uerra? – chiese ancora Lia
La nonna sospirò, gettò un ultimo sguardo alla foto incorniciata, poi guardò la nipotina.
– Devi sapere, Lia, che a volte gli uomini sono molto sciocchi e si mettono a litigare e si fanno la guerrauno con l’altro –
Lia non era convinta.
– Io uando litigo poi dico cusa e si fa pace –
– Perché tu sei una bambina molto intelligente – disse la nonna sorridendo