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di Marco Rock

Dunque si parlava di rock, quello fatto con una batteria, una chitarra, un basso e una voce dannatamente sexy e seducente, quello che ti parla allo stomaco, come un cazzotto inaspettato e spesso, fa altrettanto male…

E allora perché non sognare? E da già che ci sono lo faccio in grande: immagino di essere un mega produttore con un sacco di bei dollaroni da investire in un progetto musicale che deve far godere a tal punto il pubblico da vedere le folle in preda ad orgasmi uditivi e non solo. Da dove si parte quindi? Beh, direi di partire dalla base, cominciando dalla sezione ritmica: batteria e basso; vabbè, il batterista nemmeno si discute e ci metto Bonzo, Jhon Henry Bonham batterista dei Led Zeppelin classe 1948 scomparso nel 1980, anche se Stewart Copeland batterista dei Police ci stava dentro parecchio, ma il mio amore per gli Zeppelin mi porta lì, e uno è a posto.

Con un batterista così ingombrante ci va un basso che non solo regga ma che sia anche in grado di fare qualcosa di più che tenere semplicemente il ritmo, mmm… fammi pensare dunque… Jhon Entwistle! Senza se e senza ma, bassista degli Who, primo in grado di cambiare le regole di questo strumento che con lui passa da semplice strumento ritmico a creatore di melodie. Classe 1944 e scomparso nel 2002. Ma devo dire che un pensiero anche a Jaco Pastorius l’ho fatto, ma serve un rokkettaro e lui, genio del genere fusion, lo vedrei affaticato li in mezzo.

Va bene dai, messa a posto la ritmica ora pensiamo alla melodia e al solista per eccellenza, che nel mondo del rock che io venero, è sempre un chitarrista, e qui arriva il difficile. Chi ci metto tra: Hendrix, Clapton, BB King, Knopfer, Page, May, Gilmour, Richards, Beck, Santana, Slash, Vaughan,Young, Edge?????

Come direbbe Bennato, che è sempre presente: “qui la lotta è più dura, ma tu, che le prendi di santa ragione insisti di più” e allora se devo dare il ruolo di solista a chi insiste di più lo do a Jimi Hendrix, anche per continuare con la serie degli scomparsi, classe 1942, morto nel 1970, innovatore dissacrante e maledetto, di lui ricordo la sua performance a Woodstock quando si permise di violentare l’inno americano con un assolo rimasto nella storia,in segno di protesta contro la partenza dei giovani americani per il Vietnam.

Woodstock? Qualcuno ha detto Woodstock? Cerco la voce su quel palco e si, ecco la vibrazione… si deve essere una voce cazzuta al punto di riuscire a mettere d’accordo tre bestie di Satana come Hendrix, Bonham e Entwistle… E allora ci metto lei, la regina bianca indiscussa del blues che fino al suo arrivo era roba da neri: Janis Joplin, la voce più dannatamente nera che una ragazza bianca potesse avere nel 1969, classe 1943 morta un mese dopo Jimi nel 1970.

Io un loro disco lo comprerei e voi?

Certo nel 2021, risolto il problema che sono tutti morti, sarebbe comunque improbabile mettere insieme nella stessa sala quei quattro, troppo testosterone e anche la stessa Janis spara ormoni da ogni poro, quegli ormoni che solo il rock sa emanare, ma si stava sognando no…

E allora “lasciatemi sognare in pace” giusto perché Bennato torna sempre…

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