di Zio George
I primi vagiti del progressive arrivarono dagli States, quando la psichedelia di band come Grateful Dead o Jefferson Airplane, affioravano e davano un’impronta alla musica di quel tempo. In Inghilterra vi era molto fermento e gli echi di cambiamento erano alle porte. Intorno al 1967 gruppi come Moody Blues o Procol Harum avevano cominciato questo percorso. A loro è riconosciuta la partenza verso questo nuovo mondo musicale. Il progressive è stato innovativo per il modo di concepire la musica, in quanto prevedeva l’approdo verso complesse sonorità, anche orchestrali. Era caratterizzato inoltre, da lunghe suite e divagazioni musicali. Talvolta le suite occupavano l’intera facciata del LP e proprio i Moody blues, allungando i brani e avvalendosi di arrangiamenti orchestrali, hanno dato inizio a tutto questo.
Con i Procol Harumdando cominciò l’uso dell’organo Hammond come strumento portante. Hanno manifestato questo nuovo modo di fare musica e i loro branine ne sono un fulgido esempio. La commistura classica/rock è stata adottata a inizio carriera anche dai Deep Purple, con un loro disco inciso dal vivo insieme alla Royal Philarmonic Orchestra di Londra. La derivazione classica e la perizia sono stati una costante anche negli Emerson Lake & Palmeril, di cui il leader, Keith Emerson, ha fatto tesoro. Il loro disco ha rivisitato i quadri di un’esposizione di Mussorgsky e ha dato il via a un modo di ricerca e di stesura innovativo. Quest’ultimo era coltivato da Emerson già dai tempi dei Nice, gruppo dal quale proveniva.
Il progressive ha conosciuto varie diramazioni e scuole nate dietro questo fenomeno, questo vale a dire dal gruppo di Canterbury ai filoni come progressive folk oppure di derivazione jazzistica.
Nel 1970 i Pink Floyd con Atom earth mother e la lunghissima suite quasi orchestrale, hanno fatto scuola, consegnando un’opera contenente anche pillole di psichedelia che sarebbero state abbondantemente riprese nei lavori a venire. Il progressive matrice folk è stato appannaggio dei Jethro Tull, di Ian Anderson, musicista poliedrico e istrionico dai testi di tradizionali e magici.
I Caravan con Nine Feet Underground sono emblematici e rappresentano la bellezza e il fascino di questo fenomeno. Dalla scena di Canterbury si sono diramate varie correnti che, oltre ai citati Caravan e ai Camel , si sono frazionate in quella, altrettanto importante, di vena jazzistica e fusion con i Soft Machine di Robert Wyatt. Questi ultimi sciogliendosi, si uniranno in altre realtà musicali come Matching Mole oppure Gong, ma sempre con un sound ad alto livello e spumeggiante. Alte vette sono state toccate da band come i Van der graaf generator, altro gruppo fondamentale, i cui esperimenti sonori e vocali del leader indiscusso Peter Hammillci, hanno consegnato materia di studio, donandoci magie come Pawn Hearts. Robert Fripp, musicista a 360 gradi, collaborò con Brian Eno ed il suo lavoro di ricerca è una pietra miliare del progressive music. Nella sua straordinaria carriera con i King Crimson ha inanellato album su album, belli, freschi, innovativi e mai scontati. Il capolavoro resta In the court of the crimson kingma, ma come dimenticare Red Bilbless?
Anche gli olandesi Focus ci hanno regalato magiesoprattutto nella lunghissima suite Eruption, che ha bisogno di un’intera facciata per affascinarci ed ammaliarci.
I Genesis Yes sono i più famosi interpreti di questo genere, con immensi capolavori, gioielli come Suppers ready Firth of fifth e album come Foxtrot o Selling England by the pound. Sono ormai nella leggenda.
Yes album, Close to the edge o Fragile sono alcuni dei gioielli degli Yes. Grandissimi artisti, geniali compositori di suite raffinate, dai testi magici, scanditi dalla voce unica e argentina di Ion Anderson.
I Gentle Giant dei fratelli Shullmann, autentici frombolieri, autori di una musica mai banale, mai scontata. Ad ogni angolo ti aspettava una sorpresa fatta di riff jazzistici, melodie stuzzicanti oppure impasti vocali da alta scuola. Questo è stato il progressive, autentico capolavoro della musica rock, fenomeno trainante del decennio anni 70 fino a che, il vento punk, chiedesse il suo spazio.
Ora voglio augurare buona musica e buon progressive a tutti, mentre sul mio piatto sta girando suadente Close to the edge degli Yes.