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– Adattarmi? – domandò Goccia, infastidita – Adattarmi a cosa?? –
– A questa nuova vita – rispose Pesce, indicando la boccia
– Adattarmi a questa prigione, vorrai dire – ribatté Goccia
– Ora sei tu che stai facendo la melodrammatica – osservò Pesce, inarcando le sopracciglia – La vita è cambiamento, e se noi restiamo uguali mentre si trasforma…Beh, lei andrà avanti senza di noi –
– Ma io non voglio cambiare per questa stupida boccia – protestò Goccia – Io rivoglio il mio mare. Rivoglio la mia vita, quella vera –
– Quindi questa sarebbe vita finta? – domandò Pesce
– Finta, sospesa, bloccata, come i raggi del sole che non riescono a raggiungerci per colpa di questa stramaledetta boccia! – strillò Goccia, andando a sbattere contro il vetro, come se per magia potesse creparlo.
– Secondo me sei tu ad essere bloccata – obiettò Pesce – Pensi di continuare ad aspettare di tornare là fuori per ricominciare a vivere? E nel frattempo? –
Goccia guardava attraverso il vetro con sguardo spento, come se le parole di Pesce non potessero raggiungerla.
– Sai – disse Pesce, sospirando – Tu passi tutto il tempo a guardare fuori dalla boccia, ma non ti ho mai vista guardare dentro la boccia –

Goccia si voltò, squadrando Pesce dall’alto in basso.
– Dentro la boccia? Mi stai prendendo in giro? Dovrei passare le mie giornate a guardare dentro a questa stupida boccia? –
– Guardare fuori non mi sembra ti faccia benissimo – ribatté Pesce
– Tu vedi solo quello che vuoi vedere – rispose Goccia
– Ricorda che vedo solo quel che c’è da vedere, l’acqua…. –
– L’acqua è sempre sincera, sì, sì, ho capito – lo interruppe Goccia – E sentiamo, cosa dovrei vedere, esattamente, dentro la boccia? –
– Non si tratta sempre di cosa guardiamo, ma di come lo guardiamo. Tu ti perdi a guardare solo oltre a questo vetro, e non ti accorgi di ciò che accade tutti i giorni intorno a te. Ti sei mai accorta di come, la mattina presto, il sole attraversi dolcemente la boccia e arrivi a sfiorare i sassolini sul fondo, proiettando sul vetro sfumature di ogni colore? –

Lo sguardo di Goccia parve stupito per un istante.
– Ad esempio – continuò Pesce – Si potrebbe obiettare che questo castello è piuttosto piccolo, e infatti lo è. Eppure io non ho mai avuto un posticino così, tutto mio, nemmeno in tutta la vastità del mare. E mi mancherà, quando ce ne saremo andati –

Lo sguardo di Goccia si illuminò.
– Allora credi anche tu che ce ne andremo! – esclamò – Lo sapevo, che in fondo in fondo ci credi, nei sogni — Certo che ci credo – rispose Pesce, accennando un mezzo sorriso – Ma una volta un vecchio pesce molto saggio ha detto che non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. I sogni ci tengono in vita, ma la nostra vita è qui, adesso –

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